Livio De Marchi
28 aprile – 27 maggio 2023
da martedì a sabato, 10:00 – 13:00 e 14:00 – 18:00
Inaugurazione: venerdì 28 aprile alle ore 18:00
“Sognare ad occhi aperti”
La casetta sull’albero rappresenta tra i più alti esempi della sintesi artistica e biografica dell’artista veneziano Livio De Marchi.
Portavoce dell’alto senso onirico di chi l’ha concepita e creata, questa casetta rappresenta l’ideale comprimario dell’intera opera artistica del De Marchi, costruita da giochi ludici e rappresentazioni volutamente surreali che gli attribuirono la nomina di “più grande surrealista contemporaneo vivente” attribuitagli dal New York Times.
Ma come nasce, nel 2022, una casetta sull’albero? La risposta ci viene offerta dalle sue “antenate”, ovvero le Case dei Libri che si possono trovare solo in Italia, Germania e Giappone.
Prima ancora nasce da un rapporto ancestrale sancito già ai tempi in cui si andava a imparare in bottega: il rapporto tra l’artista e il suo materiale, il legno, i cui aromi e colori lo rendono vivo tra le mani del Maestro.
L’idea, che per il De Marchi è sinonimo anche della realizzazione stessa, nasce dalla sete di conoscenza, rappresentata dai libri che nell’immaginazione artistica diventano mattoni con cui edificare ognuno il proprio luogo sicuro, dove sognare ad occhi aperta diventa realtà quasi senza sforzo: i luoghi sicuri di Livio De Marchi sono intrisi di quella conoscenza tanto rispettata quanto intrecciata alla biografia poiché è nella vita quotidiana di Livio, prima che in musei e gallerie, che oggetti qualunque diventano opere d’arte.
Case, libri, auto, gondolfiere, palloncini, valigie, orsetti, scrivanie, tutto nasce dal concetto sacro della vita per cui prerogativa primaria delle sue opere è che “devono sembrare vere”. Ed è proprio da qui che arriva la componente ludica: cercare invano di aprire un portafogli di legno, rischiare una pioggia di frammenti per aver tirato un palloncino che sembrava ad elio ma in realtà è di vetro.
Con lo stesso concetto costruisce le case, e poi la casetta, di libri, chiarificazione dell’interesse sacrale verso la vita tanto degli adulti quanto dei più piccoli.
Ma se inizialmente la casetta è un luogo sicuro per i bambini come la casa lo è per gli adulti, col tempo la vita ha mostrato a Livio altre possibilità: il girotondo perché soprattutto durante il Covid eravamo tutti fratelli, libri-mattoni colorati perché dobbiamo sforzarci di trovare la luce anche in tempi di guerra, i pennelli per colorare un futuro luminoso, ma anche come elemento architettonico che ci spinge a una riflessione su come potrebbe essere il concetto di abitazione in un futuro che, sempre più presente, ci farà coabitare con gli effetti del cambiamento climatico.
La palafitta spinge a una riflessione sul cambiamento che tutti saremo chiamati a sostenere, sia che l’acqua inonderà le palafitte dei nostri figli, sia che toccherà già le nostre.
Come l’acqua, anche il cambiamento scorre tra le opere di Livio, aprendo la sua prosa artistica ad altri orizzonti. Partendo dalla sua mente, il viaggio di Livio l’ha portato ad orizzonti fisici come quelli in cui ha immerso le sue opere d’acqua: “Livio De Marchi is the only man who can drive in Venice” (THE ONLY MAN WHO CAN DRIVE IN VENICE – LIVIO De MARCHI in his Ferrari Boat – YouTube) e ci è riuscito con le sue macchine come la Ferrari, la Jaguar, la Mercedes gabbiano, ma anche con oggetti meno pratici e più onirici come la Carrozza coi Cavalli e il Violino di Noè… Che hanno navigato tutte nella stessa cornice di questo Daydreaming, Venezia.
a cura di: Camilla Frattina
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