21 dicembre 2016 – 7 gennaio 2017
La mostra riprende la prima esposizione: Ruotare, tra pensieri ed emozioni. Azionare la materia. Muoversi, tra segno, colore e visibile che esiste del nascosto. Dieci roteazioni che attraversano luoghi fisici e mentali. Pensieri che si snodano tra emozioni grafiche e pittoriche, alla ricerca di un passaggio tra ciò che si vede e che si sente, tutto racchiuso nello spazio dove si esprimono sentimenti i movimenti…
Artisti:
FRANCO BIANCHI
Franco mi racconta che non realizza mai bozzetti preliminari dei suoi lavori. E’ l’equilibrio e tutti i pensieri ad esso correlati a fargli da guida nell’esecuzione dell’opera: equilibrio cromatico,equilibrio dei volumi, equilibrio delle masse. Del progetto non c’è alcun bisogno visto che si serve di un modulo costruttivo, una sfera a metà, una sorta di mezzaluna, che come un alfabeto forma la frase pittorica, come una frase si svolge da sinistra verso destra, come un paesaggio si distende orrizzontalmente sulla tela. Questi infatti sono per me i due tratti salienti della sua pittura: la memoria del paesaggio e la sequenza della frase, di una frase che non ha né inizio, né fine, visto che i quadri si presentano come parte di un flusso infinito di cui Franco, di volta in volta, costruisce la sequenza. E’ una sequenza con un proprio ritmo coloristico e di forme, quasi si trattasse di una canzone, di un motivo fischiettato, di quelli che si cantano così senza pensarci, Franco mi dice: nenia controllata. Ciò che rende questi lavori estremamente interessanti è la forte volontà costruttiva associata a meccanismi mentali vicini all’automatismo, la tensione tra il senso della costruzione con elementi quasi concreti e tridimensionali e la percezione del flusso astratto e mentale di quelle note che creano la canzone infinita a cui Franco dà forma. Mariateresa Sartori
SERGIO BOLDRIN
Osservare la città, con gli occhi di una maschera-giullare malinconica che ha visto (e vede) smarrirsi il suo Carnevale ma, soprattutto, la sua Venezia. Una pittura di denuncia che si manifesta attraverso inquiete e inquietanti pennellate che percuotono le architetture cittadine, le stravolgono, le verticalizzano a farne quasi plastiche archeologiche memorie di una necropoli senza colore. Sergio Boldrin, veneziano, maestro di maschere d’autore, da trent’anni opera nel suo laboratorio ai piedi del ponte di Rialto, osservatorio ideale per veder scorrere il degrado e annotare la lenta fine di quella che era una città. Ha lavorato per il cinema, basti citare la collaborazione con Stanley Kubrick, per il teatro e la moda, é conosciuto a livello internazionale, le sue maschere sono presenti in collezioni di tutto il mondo. Un’attività artigianale “ludica” che si accompagna alla sua ricerca pittorica. Vive e lavora a Venezia. Emanuele Horodniceanu
MAURO BOSCHIN
Dipingere come volare, trascinato dal vento di un sogno che porta con sé case e alberi, nuvole e persone, fiori e folletti, grandi lune e grandi piogge… Il colore irrequieto, dinamico attraversa la natura, la rivive in una chagalliana visione interiore che libera fantasie, memorie, sentimenti. Mauro Boschin è nato a Noale, nella terraferma veneziana. Appassionato di pittura sin da giovanissimo, trova una solida formazione nella “bottega” di due artisti veneziani, Valeria Rambelli e Ottone Marabini, dove apprende la preparazione dei colori e delle tele e le varie tecniche pittoriche. Artista schivo che vive la sua pittura come gesto emotivo, negli ultimi anni ha diradato la sua attività espositiva. Tra le sue mostre quelle alla Galery Fleury di Lione (con la quale ha collaborato per vari anni) e la personale presso la sede del Parlamento Europeo di Strasburgo. Vive e lavora a Venezia. Emanuele Horodniceanu
DAVIDE DE PIERI
Autodidatta, Davide De Pieri ha iniziato da poco un suo percorso pittorico ed espositivo usando varie tecniche. La sua pittura di sintesi fa entrare lo spettatore in aree fantastiche dove si percepisce una realtà intuibile fatta da masse di colore informi, graffiate, presenti in una solitudine aerea. E’ impegnato nella collaborazione presso “La Bottega Dei Mascareri”
GIANNI D’ESTE “WIDMANN”
“……vero pittore, non solo documentarista di storie nostalgiche e così la sua pittura evolve verso la sublimazione delle immagini, che via via perdono i connotati reali e diventano colore, forma, astrazioni. Cosi succede per un paesaggio, ma anche per una festosa regata di vele al terzo, che si trascende nei colori vivaci, come un ricordo felice viene percepito nella sua sostanza, che prescinde dalla forma concreta. L’astratto non è la prima forma pittorica di un artista; egli parte sempre dalla realtà dalla rappresentazione di oggetti, monumenti, cose, persone. Così è stato per molti grandi pittori per cui l ‘ astratto non è stata l’ origine della loro opera, ma piuttosto il punto di arrivo. Per questo oggi Gianni D’Este è arrivato alla sua maturità artistica, nel suo impegno quotidiano, nella sua immersione totale nella propria città, nella trasformazione delle sue radici in immagini. …… Domenico Crivellari
DORIS LUGER
Doris Luger, nata in Austria nel 1981, ha studiato in Germania ed in Italia. Approda in Italia nel 2003 dove soggiorna, lavorando a Venezia-Mestre. Nel 2015 è tra i fondatori dell’associazione “IL CENTRO_spazio dell’immaginario” che si impegna con attività a favore dell’infanzia.
NIKOLA NOVA’KOVA’
“Un istante può diventare eternità e, viceversa, l’eternità può diventare un istante” Marc Chagall. In un momento nel quale la pittura è spesso uno strumento superficialmente applicato nella visualizzazione di concetti personali, il lavoro di Nikola Nováková è la valorosa prova che ancora oggi un quadro dipinto può nascere come espressione complessa e profondamente sentita. Quì il quadro non è semplicemente la materializzazione di un’idea, ma un mondo multistrato a sé stante, un luogo in cui il simbolismo ‘polifonico’ emerge in modo del tutto naturale. Natura, cultura umana e le esperienze personali dell’artista sono fuse e trasformate in un linguaggio astratto di forme sfumate e movimenti che evocano una sensazione di meraviglia spirituale e un infinita varietà di percezioni e impressioni, che il nostro mondo continuamente ci fornisce. La visione colorista di Nikola Nováková increspa la superficie dell’acqua e allo stesso tempo tocca l’essenza dell’esistenza. Richard Drury
MASSIMO PUPPI
E’ viaggio all’insegna della nostalgia, quello di Massimo Puppi, che, partendo dalla sua laguna, va alla riconquista di una provenienza, dell’essenza e della certezza dell’uomo e delle cose, degli sguardi e dei sentimenti. Con la pittura, il disegno, gli inserti fotografici, gli oggetti di ieri, percorre territori figurativi e concettuali agitati da una gioiosa tensione interiore, mettendo assieme gestualità e organizzazione quasi geometrica degli spazi, colore e alfabeto grafico. Massimo Puppi è nato a Venezia. La sua formazione inizia all’Istituto d’Arte dei Carmini e prosegue alla Scuola Internazionale di Grafica con Riccardo Licata e quindi l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove frequenta il corso di pittura di Emilio Vedova. La sua prima uscita espositiva personale è del 1973 con una mostra alla galleria Segno Grafico. Vive e lavora a Venezia. Emanuele Horodniceanu
SILVANO SARTORI
Silvano Sartori è un artista contemporaneo e conoscitore non solo delle antiche pratiche, ma anche del linguaggio artistico avanguardistico. Il colore si carica di una valenza espressiva contenutistica che è possibile rintracciare solo dopo la magistrale lezione di Kandinsky: le opere da lui concepite sono quindi una equilibrata miscela fra profonda conoscenza tecnica e pregnante di contenuto emozionale. Sembra che l’artista si lasci ‘catturare’ emotivamente da un oggetto (fiore, corpo umano, viso) per poi trasporre sulla tela le peculiarità interiori, segrete del medesimo che si fondono con le emozioni, i sentimenti e i ricordi che l’oggetto ha suscitato in lui. La produzione artistica di Sartori dimostra una volta di più che l’arte non è mera ripetizione del reale, ma è una continua ed incessante creazione di forme che costituiscono quel microcosmo che di giorno in giorno l’artista rinnova ricreandolo magicamente nell’opera.
PINO ZENNARO CICOGNA
Pino Zennaro Cicogna è un rapsodo, un eclettico che cerchiamo di avvicinare a questa o quella corrente artistica, ma Pino sarebbe Lui anche senza gli Altri tanto è ricco di risorse proprie, genuine. Secondo lo storico e critico dell’arte tedesco Wilhelm Robert Worringer “ l’arte non può più giustificarsi nell’imitazione della natura, o meglio non può più giustificarsi nella rappresentazione superficiale e visibile delle cose”. L’atto creativo diventa il momento espressivo fondamentale, per cui quel che conta è la determinazione di trasferire integralmente la vita quotidiana nel segno artistico e far nascere così l’esigenza di un nuovo linguaggio, di un nuovo materiale simbolico totalmente sganciato dai modelli tradizionali.
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