Silvia Capoccia e Francesca Zanette
27 ottobre – 11 novembre 2023
da martedì a sabato 10:00-13:00 e 14:00-18:00
Inaugurazione: venerdì 27 ottobre ore 18:00
con le musiche di Costantino Mizzoni
Venerdì 27 ottobre ore 18.00, in Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2877, Venezia, la galleria “Arte Spazio Tempo” inaugurerà la mostra “VOCI” con i lavori di Silvia Capoccia e Francesca Zanette.
Il vernissage sarà accompagnato dalla performance live di Kosmiz, con musiche tratte da “Il Suono Primordiale” e da un buffet per i visitatori.
Il suono primordiale
Silvia Capoccia presenta il suo progetto fotografico Il Suono Primordiale, composto da dieci scatti tratti dal libro omonimo (realizzato a quattro mani con il cantautore Kosmiz, al secolo Costantino Mizzoni), i quali raccontano di un viaggio alla ricerca delle radici del suono come allegoria di un’introspezione immersiva tra le profondità dell’anima. Il lungo peregrinare tra le montagne di un uomo che cerca una connessione con sé stesso, con il proprio lato autentico, smettendo di ascoltare e iniziando, finalmente, a sentire lontano dai rumori e le contaminazioni di un mondo sempre più artificiale.
Silvia Capoccia, grafica e fotografa, ha esposto i suoi lavori in gallerie e Festival in Italia e all’estero. Nel 2018 vince il Premio Spoleto Festival Art curato dal Prof. Luca Filipponi, il Premio Speciale Giovani di Anzio curato da Lisa Bernardini e il premio per la critica alla fotografia in occasione della Biennale d’arte contemporanea a Frosinone curata dal Prof. Alfio Borghese.
24 nodi
24 nodi è una videoproiezione (22’) di Francesca Zanette che presenta in un flusso continuo fotografie e testi originali interpretati dalle voci degli attori Filippo Fossa e Silvia Albrizio.
Sviluppato a partire da fotografie e testi elaborati tra il 2022 e il ’23, il lavoro esplora la relazione spesso conflittuale tra immagine e parola in una serie di ventiquattro microstorie, frammenti letterari che si trasformano in un’esperienza immersiva ed emotivamente coinvolgente di sapore cinematografico.
In 24 nodi il ritmo delle voci narranti vincola lo spettatore alle singole immagini per un tempo sufficiente a far sì che esse svelino il loro lato nascosto, vale a dire ciò che eccede il luogo, la situazione, gli oggetti che vi appaiono. Il soggetto delle fotografie è in effetti esplicito, ma l’interazione con la parola manda in frantumi l’illusione e apre uno spiraglio imprevisto, da cui riaffiora qualcosa di estraneo, di non familiare. Ricordi, sogni, visioni: nelle immagini possiamo ora riconoscere qualcosa di noi stessi, ma al di fuori di noi. Il segreto contamina le fotografie e risuona nelle parole: un turbamento inatteso che fa emergere corrispondenze e apre nuove possibilità narrative.
Francesca Zanette è scrittrice e fotografa. Ha all’attivo esposizioni di progetti artistico fotografici in mostre collettive e personali, e la pubblicazione di racconti su riviste online e cartacee. Nel 2022 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Dove qualcosa manca, ed. Readerforblind.
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