Roberto Cannata

a cura di Gaetano Salerno

11 – 25 marzo 2023
tutti i giorni 10:00 – 13:00 e 14:00 – 18:00
Inaugurazione e presentazione critica: sabato 11 marzo ore 18:00

Si inaugura sabato 11 marzo 2023, alle ore 18, presso lo Spazio Espositivo ARTESPAZIOTEMPO di Venezia (Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2877; vedi scheda evento allegata), L’UMANA TEMPERATURA, personale del pittore e scultore Roberto Cannata, a cura del critico d’arte Gaetano Salerno.

La mostra, visitabile fino a sabato 25 marzo 2023, presenterà una breve selezione della recente produzione dell’artista; presenti in mostra una quindicina di oli su tela di piccole, medie e grandi dimensioni e alcune sculture realizzate con materiali di recupero, in parte non ancora esposte al pubblico.

Il nuovo ciclo di lavori, seguendo un percorso di analisi proprio della lunga ricerca condotta dall’artista mestrino (nato a Venezia Mestre nel 1961), prende in esame la società moderna sia sotto il profilo esistenziale sia sotto il profilo relazionale; una lucida analisi della contemporaneità e delle incongruenze che regolano i rapporti umani negli sconfinati palcoscenici delle esistenze.

Nel caso dell’appuntamento veneziano, l’artista esprime una riflessione sulla TEMPERATURA UMANA per indagare problematiche relative alla condizione ambientale nella quale vive (o sopravvive) l’uomo calato nella propria tragica quotidianità, vittima di cambiamenti climatici indotti da scellerate forze politiche e economiche che determinano drammatici e irreversibili mutamenti al luogo antropizzato e alle abitudini comportamentali dei suoi abitanti.

Gli scenari apocalittici ai quali ci ha abituato l’artista, spazi dell’esistere deumanizzati nei quali da sempre ambienta le sue commedie umane, divengono così luoghi ancora più inospitali che obbligano l’uomo contemporaneo a riadattare le condizioni di vita per non recidere l’attaccamento alle origini e al territorio di appartenenza oppure alla fuga, rendendolo vittima di scelte drastiche e allontanamenti dalla condizione quotidiana per non soccombere alle avversità di una Natura sempre più minacciosa e aggressiva.

Ma la temperatura umana è anche la condizione metaforica per analizzare il livello empatico tra relazioni umane, la capacità cioè dell’uomo contemporaneo di vivere emozionalmente il proprio ambiente sociale e individuare forme possibili di cooperazione per la salvezza della specie umane.

La nuova ricerca di Roberto Cannata, pur delineando attraverso il solito rigoroso gesto della pittura e il ricorso ai linguaggi mutuati dalle Avanguardie del Novecento, scenari distopici e inquietanti, sembra qui fornire possibili e inattese soluzioni all’annichilimento individuale e collettivo, nuove strategie comportamentali in grado di riportare la nostra condizione alla giusta temperatura e a nuovi scambi sinergici e proficui con il luogo e con l’altro da sé attraverso la relazione, la condivisione, lo scambio energetico.

Scrive il critico Gaetano Salerno a proposito della ricerca artistica di Roberto Cannata:
“[…] Per ritrarre, con punti di vista sempre inediti, la sofferenza e l’annichilimento di una condizione umana condivisa, una sola moltitudine di uomini e donne la cui natura inquieta è tradotta dalla desolazione di lande spettrali, dal silenzio permeante, dalla profanazione e abbandono graduale dell’armonia creatrice, compromessa da metamorfismi e da zoomorfismi ipertrofici dei quali diveniamo impotenti osservatori e dalla perdita progressiva di euritmia e di esattezza che governa questi scenari, claustrofobici e inquietanti, tanto precisi nei costrutti prospettici quanto utopici (ad un’analisi più approfondita del testo) da far emergere, per contrapposizione, un male cosmico in atto.
Roberto Cannata struttura universi-altri, governati da leggi fisiche alternative che traducono digressioni psicologiche dalle quali, usando linee fluide e morbide, veniamo avvolti, circondati, empaticamente attratti, fino a scorgere, negli abitanti di questi spazi post-atomici e post-industrial, le nostre paure, i nostri dubbi, le nostre inquietudini.
I palcoscenici entro i quali si muovono ed esistono i polimorfici attori di questa lunga narrazione, ciascuno allegoria di un progetto di sviluppo fallimentare e privato di ogni forma logica del pensiero, appaiono come non-luoghi che esiliano l’individuo entro gabbie metropolitane – ambienti urbani determinati da barriere di cemento e segnati da illuminanti campiture accese che individuano un centro equilibratore altrimenti assente negli sfondi monocromi o bicromi – metafore di clausure e di trame narrative prive di spinte evolutive, rallentate fino a una fissità eterna e atemporale nella quale questi personaggi sembrano costretti a vivere e a ripetere illogici copioni. […]”

Roberto Cannata sarà presente in galleria in occasione della vernice di sabato 11 marzo 2023, introdotto dal critico d’arte Gaetano Salerno (inizio presentazione ore 18) e nelle giornate di domenica e lunedì durante tutto il periodo di apertura della mostra.

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