Camilla Gurgone
C. Sidonie Pellegrino
a cura di Martina Campese e Sara Verde
28 marzo – 27 aprile 2024
da martedì a sabato con orario 10:00-13:00 e 14:00-18:00
Inaugurazione: giovedì 28 marzo ore 19:00
Nell’incessante processo della dissolvenza, trovo la bellezza della transitorietà e il fascino dell’impermanenza che permea ogni aspetto dell’esistenza umana.
In queste parole dell’artista Mirella Bentivoglio trovano eco le opere della mostra Softly Disappear, frammenti di un’unica narrazione che invitano il visitatore a immergersi nel fascino di una dissolvenza graduale, leggera e silenziosa.
All’interno dello spazio espositivo Arte Spazio Tempo, Campo del Ghetto Nuovo – Venezia, viene proiettato un processo di evanescenza, in cui le forme, le relazioni e le esperienze si manifestano e svaniscono con una delicatezza quasi impercettibile. Il dialogo tra le opere delle artiste Camilla Gurgone (Lucca, 1997) e Sidonie Pellegrino (Castellammare di Stabia, 2002) è un richiamo alla bellezza della sparizione, una contemplazione della mutevolezza esperienziale come parte di un continuum in cui tutto è destinato a cambiare e a trasformarsi nel corso del tempo.
Lo spazio accoglie il fruitore con un manifesto che esprime concettualmente e visivamente la poetica della dissolvenza, insita in entrambe le artiste, mediante lo strumento più congeniale: la scrittura. Sibilla, testo poetico realizzato ad hoc, presenta una lettura a tre livelli, dove il punto di vista di Sidonie e quello di Camilla si intrecciano con l’elaborazione dell’intelligenza artificiale, proponendo una nuova combinazione di lettura.
Il dialogo tra le due artiste continua con l’esplorazione del perpetuo potere del linguaggio in cui le Litanie di Sidonie – una serie di nove foglie secche su cui l’artista ha trascritto nove componimenti poetici – si confrontano con il mondo di Tachilalia di Camilla – 26 opere in carta termica volte a tramutare gli scontrini da oggetti di consumo a simboli di un passaggio fugace. È in queste opere che emerge un ulteriore elemento comune della pratica artistica: la rappresentazione, anche visiva, della dematerializzazione della parola stessa. L’inchiostro sulle foglie secche delle Litanie tende a sparire risultando, con il passar del tempo, puro segno illeggibile. In egual modo, in Tachilalia, gli anagrammi contenenti testi e poesie riecheggiano la natura degli oggetti stessi, destinati a dissolversi nell’aria.
La riflessione sulla memoria si materializza visivamente nella ricerca iconografica presente nell’opera di Camilla Gurgone, Process to Shape the Imaginary – rotoli di carta termica sospesi nel vuoto che narrano le tracce di sogni evanescenti, catturati da una sequenza di immagini attraverso algoritmi dell’AI. In dialogo con questa ricerca, la serie di libri d’artista DRUDE di C. Sidonie Pellegrino rivela il volto frammentato delle brigantesse postunitarie, facendosi portatrice di voci sepolte nel tempo e ribadendo la complessa identità di figure storiche.
Softly Disappear diventa così un’opportunità di riflessione rispetto all’importanza di guardare il vissuto con consapevolezza e riconoscenza, preparandosi ad accettarne delicatamente la fugacità.
Dal 28 marzo al 27 aprile 2024 sarà possibile nutrirsi dell’essenza di una mostra che prende forma dall’antitesi tra la solidità dello spazio veneziano e la sottile volatilità delle opere delle artiste, in un inedito e innovativo confronto.
Camilla Gurgone (Lucca, 1997) vive e lavora a Milano. Laureata in scultura alla RUFA – Rome University of Fine Arts (Roma), attualmente frequenta il Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali alla NABA – Nuova Accademia Di Belle Arti (Milano). Dal 2022 è nel team per la gestione di spazioSERRA (Milano) e del project space Omuamua (Milano).
C. Sidonie Pellegrino (Castellammare di Stabia, 2002), vive a Milano dove studia Arti Visive presso la NABA – Nuova Accademia Di Belle Arti. La sua ricerca artistica più recente si focalizza sull’eredità folklorica del Sud Italia, strettamente legata alla questione meridionale, attraverso diversi mezzi. Dal 2022 è parte di un progetto curatoriale con sede a Gallarate (VA), Artilaide studio.
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